lunedì 11 giugno 2012

PILLOLE DELL'ALTRA SESTO

NordMilano.net

Notizie da Sesto San Giovanni
Tangenti, Penati: «Di Caterina è fuori di testa»
Sesto, concessioni perse per linea di bus, pressioni sull'ex sindaco.

«Fuori di testa come non mai». Così parlò, alla fine di giugno del 2010, Filippo Penati, l'ex presidente della Provincia ed ex sindaco di Sesto San Giovanni, riferendosi all'imprenditore Piero Di Caterina, per anni suo amico e finanziatore del Pd locale con 3,5 milioni di euro tra il 1997 e il 2003.
«UNA MAXI TANGENTE». Un finanziamento ritenuto dalla procura di Monza una maxi tangente, versata a più riprese e alimentata da altri circa 50 mila euro pagati tra il 2008 e il 2009, in cambio anche di delibere per «garantire e favorire» gli interessi imprenditoriali di chi è poi diventato il grande accusatore.
L'intercettazione, tra gli atti dell'inchiesta sul 'sistema Sesto' di cui i pm Walter Mapelli e Franca Macchia hanno appena chiuso alcuni filoni in vista della richiesta di processo per Penati, Di Caterina e altre 20 persone, oltre alla Codelfa (società del gruppo Gavio), risale al 25 giugno del 2010. In quel periodo il patron della Caronte, che da tempo aveva un contenzioso aperto con Atm per ottenere parte dei profitti conseguiti per la sua attività di trasporto locale, insisteva chiedendo all'esponente del Pd di intervenire con il suo successore a Sesto e con il primo cittadino di Cinisello Balsamo, i quali avevano revocato le concessioni di una sua linea di autobus.
«PRECCUPAZIONE PER I COMUNICATI STAMPA». Dai dialoghi dello stesso ex numero uno di palazzo Isimbardi e del suo entourage «emerge», è stato annotato dalla Guardia di finanza , «la preoccupazione» per i «numerosi comunicati stampa» che Di Caterina allora stava inviando ai giornalisti.
Infatti, al telefono con Antonino Princiotta, ex Segretario Generale della Provincia di Milano, Penati chiese: «Come sta Piero, perchè è un po' che non lo sento».
«FUORI DI TESTA COME NON MAI». Princiotta: «È un po' fuori di testa». La replica del politico: «Fuori di testa come non mai, non lo sai, cioè un po' stanco?». Princiotta: «Dice un po' di tutto», aggiungendo che lo avrebbe visto in serata.
Penati, il giorno seguente, a incontro avvenuto tra imprenditore ed ex segretario generale, parlando con quest'ultimo riferì che Di Caterina lo stava cercando: «C'é qualche novità, devo aspettami qualcosa di
spiacevole, oggi?».
«No, no, no, no. Lunedì ne parliamo. (...) È in contenzioso dappertutto», la risposta.

Vimercati: «Qua sono tutti agitatissimi»

L'imprenditore Piero Di Caterina.
L'imprenditore Piero Di Caterina.Ma a ribadire ripetutamente che «qua sono tutti agitatissimi» per quel che «sta combinando» Di Caterina fu l'allora braccio destro di Penati, Giordano Vimercati parlando sempre con l'ex dirigente della Provincia: «Ma ma non è che interessi, ma siccome sono tutti in agitazione e sento che c'é agitazione lì, volevo sapere se c'é qualche novità (...) per me è matto, vabbè, insomma, è fuori di melone».
Tra le molte conversazioni intercettate, tra cui quella di Panati in cui annunciò le dimissioni dalla vice presidenza della Regione e dal partito per via delle indagini, ce ne fu anche una tra Gianpaolo Salami, ex sindaco di Sassuolo e il suo socio, l'avvocato Francesco Agnello, rappresentanti di Aesse e Fingest.
SALAMI E AGNELLO INDAGATI PER CONCUSSIONE. Indagati per concussione a fianco di Penati e del vicepresidente del Consorzio Cooperative Costruzioni di Bologna, Omer Degli Esposti a cui sono legati, i due, tra il 2000 e il 2004 avrebbero fatto da intermediari nell'acquisto dell'area ex Falck da parte del costruttore Giuseppe Pasini.
Quest'ultimo sarebbe stato costretto, per ottenere le concessioni edilizie, ad affidare alla coop i «i lavori di realizzazione della parte residenziale» e a pagare alle società a loro riconducibili falsi contratti di consulenza per oltre 2,4 milioni di euro.
«BEN VENGA L'OPERAZIONE FALCK». All'indomani delle perquisizioni del 20 luglio 2011, che hanno portato il caso alla ribalta, Salami commentando l'inchiesta giudiziaria, disse: «Malgrado tutto, ben venga l'operazione della Falck, ne farei un'altra domani».
E l'altro replicò dicendo «essere tranquillissimo» perchè «so che non abbiamo dato soldi a nessuno».
Poi, parlarono dell'operazione dalla quale, come emerso dalla conversazione, in «quegli anni» hanno «guadagnato dal rapporto Pasini» un milione e mezzo per un «contratto» e 700 mila euro per l'altro «contratto di intermediazione».

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