lunedì 6 agosto 2012

PILLOLE DELL'ALTRA SESTO

ilgiorno.it

Rifiuti, addio privatizzazione: ora in Comune è tutto da rifare

Sesto, dopo lo stop della Corte costituzionale. Adesso la raccolta potrebbe essere affidata direttamente alla Core
di Laura Lana
Raccolta differenziata (foto Corsini)
Raccolta differenziata (foto Corsini)

Sesto San Giovanni, 6 agosto 2012 - L’authority per la libera concorrenza aveva dato il massimo dei voti al Comune, i consiglieri erano pronti a una vera maratona in sede di commissione e gli uffici tecnici avevano già confezionato una bozza per mettere a gara il servizio di igiene urbana. Tanto lavoro per niente, diventa tutto inutile. Delibera quadro, bando, criteri. Perché la sentenza della Corte costituzionale ha incenerito l’intero articolo 4 delle cosiddette privatizzazioni. Stabilendo che non è più necessario andare a servizio privato nella raccolta dei rifiuti.
Così, si ricomincia tutto da capo. «È stato abolito tutto il quadro normativo di riferimento e, quindi, ora esiste un vuoto legislativo a livello nazionale - spiega Fabio Fabbri, direttore del settore Qualità urbana del Comune -. La materia non è stabile e aveva già visto innumerevoli cambiamenti». La Giunta si è presa un momento di riflessione. Per ora si sa che salta la delibera per mettere sul mercato pulizia strade e raccolta rifiuti. «È venuto meno il vincolo perentorio sulla cessazione improrogabile entro il 31 dicembre degli affidamenti in house non conformi, vale a dire i servizi con valore superiore ai 200mila euro», continua l’ingegner Fabbri.
Insomma, volendo l’Amministrazione potrebbe anche decidere di affidare direttamente il servizio a Core, la società che oggi si occupa dell’igiene urbana e che ha in gestione il termovalorizzatore di via Manin. Società che, fino alla pronuncia della Corte costituzionale, non avrebbe potuto partecipare a una gara d’appalto che ha un valore di 50 milioni di euro (per una gestione di sei anni). «Siamo in stand by, perché il Governo potrebbe decidere di tornare sulla questione - ragiona Fabbri -. Il nostro auspicio è che ci si rifaccia al quadro normativo europeo: l’affidamento in house esiste senza soglie limite, ma deve essere giustificato, altrimenti si privilegia il mercato».
Anche se il Comune non ha più il fiato sul collo, con la scadenza del 31 dicembre, l’argomento rimane comunque una priorità. «Il nostro contratto con Core è scaduto lo scorso novembre e continuare in proroga non dà prospettive per un piano di miglioramento e investimento del servizio».

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