venerdì 1 marzo 2013

PILLOLE DELL'ALTRA SESTO

NoiSesto.it

L’Italia che sarà – un analisi post elettorale

Sono da poco passate le 15.30 di lunedì 25 febbraio 2013: al quartier generale della coalizione di centro sinistra sono arrivate le prime proiezioni dei risultati elettorali, dalle quali il Partito Democratico sembra ben avviato a un consenso tale da garantire la governabilità alla camera che in campagna elettorale destava le maggiori preoccupazioni: il Senato. A un tratto il ribaltone che non ti aspetti e il sorpasso del centro destra. Quasi in contemporanea arrivano le proiezioni, ancor più gravi, delle Regioni chiave: Campania, Calabria, Puglia, Sicilia, Veneto e Lombardia nelle mani del centro destra. In questo scenario viene consegnata alla storia l’immagine forse più emblematica di questo stava accadendo: un’inviata del TG3 si avvicina a un militante del Partito Democratico il quale, non riuscendo a staccare gli occhi dalla TV, non si accorge nemmeno della domanda della giornalista. Dopo qualche istante di imbarazzante silenzio, riformula la domanda al militante.
Quest’ultimo, occhi sempre fissi sulla TV, non riesce a dire altro se non: “incredibile”. “Incredibile”: forse è il termine più appropriato per descrivere quanto si stava consumando. In tarda serata, dopo un lungo pomeriggio passato a confrontare i dati gravemente contrastati tra proiezioni degli istituti di ricerca e lo spoglio reale dal sito del Viminale, si arriva all’assestamento dei voti: il centro sinistra raggiunge una risicatissima maggioranza sia alla Camera che al Senato, ma la governabilità è una chimera poiché, se a Montecitorio basta un solo voto in più per garantire il premio di maggioranza e relativa stabilità alla coalizione vincente, il Senato -a composizione regionale- “regala” solo 121 seggi al centro sinistra, insufficienti a garantire la governabilità del Paese.
Le cifre definitive dello spoglio regalano tre inevitabili dati su cui riflettere: Il primo dato è rappresentato senz’altro dall’incredibile rimonta della coalizione di centro destra la quale, dai minimi storici di novembre 2011, è riuscita a raggiungere un risultato che fino a poche settimane fa sembrava inimmaginabile. Il centro destra ha ottenuto il massimo dal ritorno in TV di Silvio Berlusconi e da una campagna elettorale molto simile a quella del 2008. Il secondo dato è rappresentato dal boom del Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo il quale, superando abbondantemente la soglia del 20% sia alla Camera che al Senato, diventa il partito più votato alla Camera. Gli esperti del settore nella serata di lunedì hanno osservato come l’ultimo partito a raccogliere un simile consenso partendo da zero è stato Forza Italia nel 1994. Il Movimento, con 108 deputati e 54 senatori, dovrà necessariamente essere interlocutore della coalizione che dovrà salire al Quirinale, rendendo profetiche le dichiarazioni di Grillo ai politici: “ci vedremo in Parlamento, sarà un piacere…” Il terzo dato è rappresentato dall’ennesima gravissima “mancata vittoria” del centro sinistra. Solo nel pomeriggio di martedì, il segretario del Partito Democratico ha “aperto” al Movimento Cinque Stelle, dichiarandosi possibilista circa eventualità di realizzare in Parlamento ciò che da qualche mese avviene in Sicilia, dove il Governatore Crocetta è costretto ad amministrare con l’appoggio esterno dei “grillini”.
Nell’attesa di una risposta dal Movimento Cinque Stelle, il centro destra si è affrettato a mettersi a disposizione per un governo di larghe intese assieme a Scelta Civica e Partito Democratico. In questo marasma, l’Europa e i mercati non hanno tardato a farsi sentire: mercati in picchiata, spread in risalita e rischio contagio paventato dalla stampa tedesca e non solo. In queste ore, tuttavia, è opportuno stabilire le giuste priorità del Paese, il quale deve preoccuparsi in primis di trovare il giusto equilibrio istituzionale: condizione senza la quale non si può garantire alcun tipo di stabilità (né nazionale, nè europea). Le forze politiche in queste ore dovranno riflettere sulle scelte elettorali de popolo italiano, e collaborare al fine di farsi fautrici di una maggioranza parlamentare formata da Politici (la “P” maiuscola non è certo un errore di battitura) in grado di combattere le piaghe strutturali del Paese, che vanta primati poco invidiabili in campo di corruzione, evasione, disoccupazione e nuova povertà. L’Italia onesta aspetta il cambiamento.
Simone Trapani – Università di Bergamo

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