Anoressia e bulimia colpiscono 150mila donne in Italia. I consigli dell’esperto per i genitori

Posted on March 20, 2013
In Italia la causa di morte più frequente oggi tra donne e giovani di età compresa tra i 12 e i 25 anni è sicuramente legata ai disturbi alimentari. Secondo i dati diffusi dalla Sisdca (Società italiana per lo studio dei disturbi del comportamento alimentare), infatti, solo nella nostra nazione soffrono di anoressia e bulimia tra le 150 e le 200mila donne.
In occasione della giornata nazionale del “Fiocchetto Lilla” per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul problema dei Disturbi del Comportamento Alimentare, lo psicoterapeuta romano Giovanni Porta vuole aiutare i genitori che molto spesso si ritrovano coinvolti senza sapere cosa fare e da dove iniziare per aiutare le proprie figlie. Può sembrare una cosa banale ma il primo passo da fare è insegnare al bambino a dare un nome ai vari stati emotivi e bisogni. In caso di emozioni meno accettabili socialmente, come ad esempio la rabbia o il dolore, condannarle come non corrette peggiora la situazione di chi le prova quindi si dovrebbe non colpevolizzare chi cerca di manifestare uno stato di malessere.
Di fronte ad un mancato accoglimento dei propri vissuti emozionali, le persone che avranno un disturbo anoressico prendono le distanze dal mondo emotivo, si convincono di dover fare “da sole”, e divengono rigide e perfezioniste, mentre le persone che svilupperanno caratteristiche bulimiche risolvono questi stati d’animo abbuffandosi in maniera incontrollata, e cercando in questo modo sollievo a stati che non riescono a gestire. Le persone con questo tipo di problemi, avendo rinunciato ad essere emotivamente nutrite, si accontentano di salvare le apparenze come impone il costume familiare, ricercando l’approvazione altrui invece dell’affetto. Anche i genitori durante questi momenti possono sentirsi persi e hanno bisogno di un posto dove essere rassicurati. Questo luogo può essere la relazione col partner, con gli amici, con altre figure di riferimento. A volte poi è necessario chiedere l’aiuto di un professionista, ma non bisogna lasciare mai che le collere e le paure pesino sui figli.
Elisabetta Pacifici